Storia
Tsan, tradizione che non muore, gioco di rudi pastori di una umile terra.
Gianni Torrione 1959
Le origini
L’origine di questo sport risale a epoche molto remote per cui non è possibile stabilire con esattezza quando e dove sia nato.
Il termine “tsan” deriva dal latino «campus» ed è presumibile che i primi a praticarlo siano stati i pastori durante le lunghe ore in cui sostavano nei prati ad accudire il bestiame. Era un gioco strettamente legato ai ritmi della campagna e delle attività agricole. Infatti, in passato si giocava fino a quando non giungeva il momento di salire ai pascoli alpini, allora il boquet veniva riposto nel cassettone e lì rimaneva per tutto il resto dell’anno.
Torrione cita una consuetudine che sarebbe già stata in uso nel 1600 in Val d’Ayas, secondo la quale, per evitare di calpestare i prati durante la crescita del fieno, il gioco dello tsan era permesso fino a quando l’altezza dell’erba non superasse quella del boquet (Torrione 1959).
La più antica testimonianza tangibile della pratica di questo sport risale al 1781, data incisa a fuoco insieme a delle iniziali, su un “boquet” ottagonale in legno rinvenuto a Saint-Vincent durante la ristrutturazione di una casa. È dunque logico pensare che già molto tempo prima il gioco fosse in voga fra i montanari valdostani (Daudry, 1990).
Nel libro di Giovanni Thoux, “Joà de noutra tera, jeux traditionnels en Vallée d’Aoste”, in cui lo scultore ripercorre i momenti salienti dei giochi trazionali valdostani nei suoi splendidi pannelli in bassorilievo, Pierino Daudry cita un manoscritto inedito di Claude François Bich:
“L’ancien presbitère de Chatillon… fut rebati entiérement par le Chanoine Mathieu Dauphin de Nus, curé de Chatillon dans les années entre le 1810 et 1815 presque tout à ses frais… Mr. Dauphin était l’ami de tous les jeunes gens d’alors et il faisait la partie du Jeu du Chan et tant il était habile et agile qu’il se plagait méme dans un cuvier d’où il bondissait pour atteindre le Chan”
La simpatica figura di questo parroco giocatore che balzava da una tinozza per intercettare con il boquet lo tsan in volo, rappresenta, al momento, la testimonianza scritta più antica che abbiamo sul gioco dello tsan. Pochi anni dopo, verso il 1835, uno scrittore di Fiesole, in provincia di Firenze, ci fornisce una descrizione dello Champ. L’autore, Attilio Zuccagni Orlandini, paragona lo tsan, in termini di destrezza e abilità necessarie, al pallone con bracciale, praticato all’epoca in quasi tutte le regioni italiane (Thoux, 2011).
La prima cronaca scritta di una partita di tsan risale al 13 aprile del 1894 con la pubblicazione sul settimanale «Le Mont Blanc» del seguente articolo:
“Un pari avait été engagé par les jeunes gens de Nus et ceux de Chatillon pour le fameax jeu du Baculot (Chamt) qui les pasionne énormément. Les Chatilloneins ont gagné la gageure, et M. le chev. A. D’Hérin qui en fesait partie, heureux de ce triomphe, délogea de sa cave un baril de vin qui mit en bonne humeur ses amis“
Altre partite si susseguirono negli anni e nei decenni successivi le cui cronache, oltre che sul già citato “Le Mont Blanc”, apparsero su altri periodici quali “Le Duché d’Aoste” e “La Doire”. Tali incontri, con le rispettive rivincite, hanno coinvolto le rappresentative di diversi paesi che in maniera formale si mettevano d’accordo su dove disputare gli incontri e secondo quali regole. I comuni di cui abbiamo testimonianza sono Valtournenche, Chatillon, Nus, Brissogne, Quart, Saint-Vincent e Chambave (Daudry, 1981).
Nell’anno 1920, esattamente il 16 maggio, gli amanti dello Tsan di Chatillon si sono riuniti in un salone dell’Albergo “Trois Rois” per costituire ufficialmente la società, chiamata “Société du Tsan de Chatillon”, con un proprio statuto, composto da 21 articoli e di un regolamento, composto da 28 articoli.
1949: i primi campionati ufficiali
Appena un anno dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il 19 marzo 1946 prese il via la “Coppa Tzan”, una prima versione di campionato, triennale, non consecutivo, a cui partecipano 32 squadre.
Quando nel secondo dopoguerra è stata istituita l’Associazione Tsan Regionale lo Tsan era ampiamente diffuso. I primi anni dopo la Seconda Guerra Mondiale sono ricordati come anni ruggenti, nei quali a cura di una apposita commissione furono organizzati dei veri e propri campionati in cui dominavano i colori di Saint-Marcel e Brissogne. Nel 1949, il Consiglio Sociale ha varato un campionato diviso in tre serie, con il metodo dei gironi all’italiana. Questa nuova suddivisione ha fatto sì che il numnero delle squadre, in pochi anni, si sia moltiplicato (Torrione, 1959).
Fin dai primi anni è stata istituita una classe arbitrale dipendente direttamente dall’Associazione Tsan, che, oltre a garantire un regolare svolgimento delle gare, conferisce allo sport il necessario carattere di uniformità attraverso l’applicazione del Regolamento.
Dal 1950 viene istituito il Torneo Juniores per i ragazzi di età inferiore a 17 anni e, a partire dal 1954, è stato introdotto anche il Trofeo Autunnale.
Evoluzione del gioco
Durante gli incontri spontanei che venivano organizzati prima dell’organizzazione dei primi campionati nel secondo dopoguerra, ogni comune aveva le sue regole e consuetudini di gioco e le modalità di svolgimento delle partite venivano concordate tra i capitani. Le partite venivano giocate con tutti i giocatori che si presentavano sul campo con i loro migliori abiti.
Nel corso degli anni lo Tsan ha subìto molte radicali trasformazioni con importanti revisioni delle regole di gioco. Nel 1950 fu adottato un primo Regolamento che accompagnava lo Statuto della neonata associazione. Per la sua redazione si prese spunto dal primo regolamento scritto, quello della Société du Tsan de Chatillon del 1920.
Una nuova versione del Regolamento revisionata fu pubblicata nel 1957, quando fu abolito il servizio singolo delle «buone» realizzate, accorpandole in una nuova fase al termine del turno di battuta (Torrione 1959).
Un’altra importante innovazione ha riguardato il colore dello tsan. A tal proposito il regolamento del 1920 recitava così: «Le Tsan devra étre en bois dur non coloré, de la dimension de 39 millimètres de diamètre». Successivamente, le fonti riferiscono che lo tsan è diventato nero nel 1950: «… une petite boule en bois de couleur noire». Purtroppo né il colore del legno, né il nero sono ben visibili, tantomeno in mezzo alle nostre montagne. Il 26 febbraio 1973 Aldo Perron di Valtournenche scrisse una lettera al Comitato Direttivo dello Tsan nella quale propose di utilizzare il bianco come colore per le palline, ispirandosi al gioco del golf. La proposta subito venne rifiutata, poi accettata per un periodo di prova e, infine, accettata con alcuni malumori. Dopo poche stagioni, l’utilizzo del colore bianco per la fase di battuta ebbe il totale sopravvento (Thoux, 2011).
Nel 1974 fu pubblicata una nuova versione del regolamento con la revisione di molte regole e la nascita delle sezioni.
L’ultima significativa modifica è stata adottata nel 1993, quando, dopo la sperimentazione avvenuta nell’autunno del 1992, si decise che la paletoù sarebbe stata effettuata esclusivamente nell’area di gioco eliminando la fase della “ribocca”, vale a dire la possibilità di intercettare ed annullare le paletà da parte dei giocatori schierati in campo. Tale provvedimento, adottato per ridurre lo spazio necessario allo svolgimento delle partite, servì anche per abbreviare i tempi di gioco. A partire da questa data il gesto tecnico e atletico della paletà subì un progressivo miglioramento, permettendo agli atleti di raggiungere distanze sempre maggiori negli anni e rendendo questa fase molto spettacolare.
Lo sforzo di operare un continuo rinnovamento delle regole di gioco ha contribuito non solo ad aumentare nel tempo l’interesse agonistico del gioco, ma anche a dargli una impronta più moderna ed un carattere sempre nuovo. Tale sforzo, tutt’ora assolto dal Consiglio Direttivo dell’Associachon Valdotena Tsan, permette di mantenere lo tsan e il suo regolamento al passo con le attuali esigenze.